C E N N I S T O R I C I
s u
P A L E S E
Il primo
nucleo urbano dell'attuale Palese sorge quando, nella seconda metà del XVII
sec., si diffonde la pratica agraria della concessione in enfiteusi.
Appezzamenti di terreni da coltivare sono concessi da parte dei proprietari
(enti ecclesiastici o latifondisti residenti nei comuni di Bitonto, Modugno e
Bari) in favore dei coloni e contadini nativi dei paesi vicini. A fronte del
diritto di godere del fondo altrui e di fare propri i frutti, i coloni assumono
l'obbligo di apportare miglioramenti al fondo agricolo e di pagare al
proprietario, per un periodo stabilito, un canone periodico rappresentato da
una somma di denaro o da una parte della produzione. Col tempo, avendo le
possibilità economiche, i coloni incominciano a riscattare il terreno e ad insediarsi
stabilmente su di esso.
A partire dal 1811, la borgata, per la maggior
parte costituita da tipiche abitazioni rustiche con mura di pietra a secco a
forma di trullo (pagliare) o a forma
di vaso di coccio rovesciato (grastudde),
e indicata col nome di Villaggio Riunito
o Marina di Modugno, assume il nome
di Palese. Con questo toponimo è, infatti, ufficialmente denominata tale
località, che con Decreto Reale, a firma di Gioacchino Napoleone (Murat), re
delle Due Sicilie, è sottoposta alla circoscrizione giudiziaria del Circondario
di Modugno. Nel 1928 il territorio di Palese, delimitato ad ovest dalla via
Capitaneo e ad est dalla via Modugno, dalla via Duca d'Aosta e dalla stradella
Mangialardo, coincidente, in massima parte, con l'ex territorio dichiarato
“promiscuo” fin dal 1511 da Isabella d'Aragona, duchessa di Bari, al fine di
consentire lo sblocco a mare al Comune di Modugno, passa amministrativamente da questo a quello
di Bari, a cui già appartiene il territorio di Macchie.
La borgata si consolida su un asse stradale principale definito dall'attuale Corso Vittorio Emanuele (parallela interna della antica via Litoranea) attorno a "polarità" quali il Portico di Papapicco presso Palazzo Capitaneo, l'antica chiesa, l'attuale canonica. Perpendicolarmente a questo asse si sviluppano, secondo una scansione metrica precisa (multipli delle centuriazioni?), decine di vicoli che, in alcuni casi, diventano strade verso il mare o verso la campagna e in altri, rimangono, vicoli ciechi secondo una struttura a "pettine". In realtà, proprio all'intersezione di Corso Vittorio Emanuele con alcune importanti arterie (via Modugno, via Torre di Brencola) si sviluppano particolari nodi di rilevanza architettonica.
S A N T O S P I R I T O
Il nucleo
urbano dell'attuale Santo Spirito nasce quando nella prima metà del 1800
l'antico “locus Sancti Spiritus”, da secoli appartenente ad un Beneficio
Camerale di Patronato Regio per la maggior parte, viene lottizzato e dato in
subenfiteusi. I terreni agricoli vengono affrancati, si avvia l'edilizia
privata, si erige la chiesa dedicata allo Spirito Santo e si costruiscono
ville patrizie appartenenti alle classi nobiliari e alla ricca borghesia
bitontina. La località di Santo Spirito, inserita nell'ager Butuntinus, è ben conosciuta sin dall'epoca romana, perché
attraversata dalla via consolare Traiana e perché sede di un piccolo porto
utilizzato dalle città interne alla costa per l'esportazione dei propri
prodotti agricoli, come attesta la presenza di un relitto di nave romana,
carica di anfore, nelle acque antistanti la ex “torre della Finanza”. Il
litorale era anche punto di rifornimento di acqua per i naviganti, data la
presenza di numerose fonti di acque sorgive. Il geografo e cartografo arabo
Edrisi, vissuto nella seconda metà del XII secolo, indica la cala col nome di
“burg. gilu, che dicesi pur'. silu” (torre di Silos). Nel 1928 il territorio di
Santo Spirito, da secoli appartenente al Comune di Bitonto, entra a far parte
del Comune di Bari.
O R I G I N
E DEI N O M I
Tra mito,
leggenda e storia
P A L E S E
-
Negli atti notarili conservati presso l'Archivio della Basilica di San
Nicola e quello della Cattedrale di Bari troviamo indicata, intorno
all'XI secolo, una località denominata Palizzo
che si ritiene possa indicare, con considerevole probabilità e fondamento
storico, quella di Palese. Secondo lo studioso V. A. Melchiorre, che per primo
fornisce tale ipotesi, il nome del toponimo trae origine dalla presenza nella
zona di palizzate o steccati di legno (lat. palitium),
eretti a difesa delle case rurali e delle greggi. Sulla base di una ricerca
effettuata dallo storico locale Vito Ricci, la più antica indicazione di tale
denominazione risale al 1048. Il riferimento a tale località è presente negli
atti del Catasto di Bari anche negli anni e nei secoli successivi con varianti
abbastanza simili tra loro (Paliczio,
Palisco, Paliso, Palieso).
-
Nella giurisdizione del Vescovo di Giovinazzo è presente in epoca
medievale, intorno all'anno 1100, un casale di nome Puzillum. Lo studioso Vito Lozito individua in tale casale il
futuro nucleo urbano e la denominazione di Palese.
- Nei pressi
di Palazzo Capitaneo è ancora visibile una costruzione ad archi denominata
Portico di Papapiccolo, utilizzata nel secolo XVII come luogo di ristoro per
viandanti e pastori. Tale “palmento”, secondo lo storico locale Leonardo Del
Turco, è gestito da un ignoto oste nativo di Palo del Colle, soprannominato “il
Palese”. Da lui potrebbe discendere il toponimo.
- Nel Catasto
Generale di Modugno, all'anno 1752, è presente nella zona dell'attuale piazza
Capitaneo, una Torre Palese,
cinquecentesca, così chiamata perchè, posta in altura, risulta visibile da
tutto il territorio circostante. L'origine del toponimo Palese potrebbe derivare, secondo alcuni studiosi locali e di
Modugno ( Potenza , Milano ed altri), dal nome di tale torre, menzionata,
peraltro, anche nell'Atlante Rizzi Zannoni del 1807.
- Sullo scoglio che si protende nel mare denominato La Punta scavi archeologici effettuati
nel 1987, diretti dalla Dott.ssa F. Radina, hanno testimoniato la presenza di
insediamenti umani risalenti, come già ipotizzato dalle ricerche del Prof.
Masellis del 1964, al periodo neolitico (6000 a. C.). I resti affioranti delle
fondamenta di un solido edificio di pietra sullo scoglio fanno ritenere che la
struttura fosse di notevole importanza.
Si potrebbe ipotizzare che si
tratti, visto il suo orientamento nel senso est-ovest, di un luogo di culto,
forse un piccolo tempio dedicato, in età antica ad una divinità agreste
pre-romana, la dea Pale, protettrice degli armenti e dei pastori. Al nome di
tale divinità (lat. Pal, Pales) potrebbe essere
associato quello di Palese. Ancora negli anni '70 del secolo scorso era
facile osservare che prima della tosatura le greggi venivano condotte
all'estremità dello scoglio e spinte in acqua per essere lavate, quasi un rito
di purificazione come avveniva durante le Palilie, festa romana dedicata
alla dea.
- Una poesia in vernacolo del poeta palesino Pierino
Palasciano fa riferimento ad una improbabile origine mitica del nome legata ad
un tragico amore tra Giove e una giovane fanciulla del posto di nome Palese.
S A N T
O S P I R I T O
- Lo studioso Vito Lozito ritiene che a dare il nome alla località
non sia stata la presenza nella zona di una chiesa dedicata allo Spirito Santo, ma che, invece, sia stato il “locus” “Sancti Spiritus”, toponimo già
anticamente esistente e attestato per la prima volta in un documento del 1261.
- Solo nella prima metà del 1700
si ha certa cognizione che nell'antica chiesetta sita in territorio di Santo
Spirito “vicino al mare”, di cui non si conosce la dedicazione, è presente un
quadro raffigurante lo Spirito Santo, anche se un racconto riguardante S.
Francesco fa riferimento alla presenza, ai tempi del Santo, di una “chieusola” dedicata allo Spirito Santo e ubicata
vicino al Castello di Argiro (già Castello Saracino) situato all'estremità occidentale
del porto, di cui sono ancora visibili i resti all'interno delle attuali
abitazioni.
M&M. Bavaro