città metropolitana bari

La Città metropolitana di Bari rappresenta uno dei 10 enti amministrativi del territorio italiano (città metropolitane) identificati dal decreto legge 95 del 6 luglio 2012 di revisione della spesa pubblica (spending review). Previsto per la prima volta dalla legge 8 giugno 1990, n. 142 (artt. 17-21) sul nuovo ordinamento degliEnti locali, ha trovato nuovo slancio nell'art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana, dopo la riforma dell'ordinamento della Repubblica del 2001 con la modifica del titolo V della Carta Costituzionale

mercoledì 10 dicembre 2014

IL NEOLITICO A PALESE


IL NEOLITICO A PALESE

scritto da m. bavaro


La campagna di scavi  effettuata dalla Sovrintendenza per i Beni archeologici della Puglia tra il 2012 e il 2014 nella località “ Il Titolo”, in un terreno posto ad un centinaio di metri  a monte della “Punta”, ha confermato la presenza di tracce significative del periodo neolitico nella zona, risalenti al VI-IV millennio a.C.
 
Segnalati da tempo per tale presenza, i giardini, gli spazi verdi  e le aree incolte non edificate esistenti  nell'area, estesi per alcuni ettari, erano stati già sottoposti ad un vincolo “indiretto” con decreto 21 agosto 1996 della Direzione Generale dell' Ufficio Centrale per i Beni Ambientali, Architettonici,  Artistici, Storici ( oggi D.G. per le Antichità ),  ma una sentenza  del TAR Puglia del 2005 aveva provveduto ad annullare il provvedimento, a seguito della opposizione di alcuni  proprietari.
Ciò ha consentito, nello specifico,  la presentazione di un piano di lottizzazione da parte dell'attuale proprietario del terreno della ex  “villa Pontrelli”, immediatamente adiacente, in direzione di mare, alla Parrocchia “Stella Maris”.
I ritrovamenti del giacimento archeologico sono, pertanto, la risultanza di un'indagine preventiva, finanziata dello stesso privato, promossa ai fini di ottenere il rilascio del permesso di costruzione di nuove edificazioni ad uso residenziale, previa acquisizione del parere favorevole da parte della Sovrintendenza.
Nell'ambito di tale attività di indagine, la Sovrintendenza  ha provveduto a catalogare e a compilare l'elenco del materiale fino ad ora  venuto alla luce, che appare nel sito Internet del Ministero dei Beni e delle Attività culturali (www.archeologia.beniculturali.it )  sotto la voce “Scavi”-Bari, fraz. Palese, loc. Titolo- insediamento neolitico costiero-.
L'eccezionalità del sito, segnalata da più parti nonchè testimoniata da competenti archeologi e docenti di archeologia, è emersa già chiara soprattutto dopo il ritrovamento di alcune tipiche sepolture,  di  ceramica dipinta ed altro materiale interessante  appartenenti alla specifica cultura “Serra d'Alto”, dal sito eponimo nei pressi di Matera, ove questa fu dapprima individuata.
E' indubbiamente  riconosciuto che tale cultura segna l'apogeo della corrente culturale della ceramica dipinta, che rimarrà , per raggiungimento tecnico e stilistico, insuperabile in Italia nel periodo del Neolitico medio per oltre due millenni.
Appare interessante anche la scoperta di un vaso”Serra d'Alto”, appartenente allo stesso tipo di quello raccolto alla “Punta”,  che, con una protome zoomorfa a testa di ariete, è stato  ritrovato integro con lastra di chiusura dell'imboccatura, a testimonianza di una deposizione rituale a suggello dell'abbandono del luogo.
Quantunque l'esito della ricerca  non sia stato ancora illustrato, nonostante la relativa richiesta  ripetutamente avanzata  alla Sovrintendenza da parte del Comune di Bari e in particolare , da parte del V Municipio di Bari, su sollecitazione dell' associazionismo  locale, il ritrovamento di altri reperti  di cui corre voce  e che per alcuni  parrebbero essere unici,   pone  il problema circa l'intervento delle istituzioni per la salvaguardia dell'intera area .
La proposta di realizzare un parco archeologico parrebbe non discutibile, se si considera che tale insediamento si collega ad altri siti neolitici  presenti sul territorio verso l'interno della costa: l' uno, individuato  in un terreno agricolo appena fuori l'abitato di Palese sulla via che conduce a Modugno da uno studioso locale, Michele De Santis, nel 1973, l'altro, scoperto nell'area di Lama Balice  entrambi da tempo condannati all'oblio.
Si sottolinea, inoltre, che un rione di Palese posto al centro dell'abitato è indicato con il nome “ l grastudde ”, denominazione  riconducibile probabilmente alla abbondante presenza nella zona  di  cocci di ceramica, a testimonianza dell'esistenza in loco di una antichissima fabbrica di lavorazione di vasi di terracotta che venivano esportati e scambiati.
Proprio durante saggi di scavo in un cantiere edile nei pressi dell'aeroporto presso Lama Balice nel 2005, ci è stata la scoperta, che venne ritenuta all'epoca eccezionale, relativa al ritrovamento di una tomba risalente a 6000 anni fa, occupata da una figura femminile battezzata la “donna del Tiflis”.
Successivamente non si è ritenuto di approfondire le ricerche lungo i costoni della lama  nell'ambito dell' attuale Parco Regionale, mentre continua ad essere data per scontata la versione “ufficiale” circa la completa assenza (?!?) di reperti archeologici nell'area occupata dal nuovo aeroporto , che, a detta di molti, affioravano sul suolo e che andarono invece volutamente  distrutti nella fase di realizzazione delle opere.
Riguardo l'insediamento costiero, intanto, dalla Sovrintendenza pervengono le dichiarazioni che il completamento degli scavi è ancora in corso e che, almeno al momento, gli elementi archeologici rinvenuti e le condizioni generali dell'area interessata non appaiono comunque tali da lasciare presupporre la possibilità di dare vita alla realizzazione di un parco e che i reperti ritrovati  saranno raccolti  in una sede museale.
Continua il dibattito.
La discussione maggiore sorge su come tutelare il ritrovamento archeologico: contemperando  l'interesse collettivo che riguarda l'importanza del rinvenimento, gli interessi dei proprietari e i problemi legati la gestione dell'eventuale futuro parco.
A livello istituzionale, intanto, siamo alla vigilia di notevoli cambiamenti.
L'istituzione della Città Metropolitana, tra le cui competenze potrebbe entrare quella della valorizzazione dei parchi archeologici nonché la possibilità di poter contare sui finanziamenti comunitari per interventi in tale campo e la circostanza che per il 2016 Matera sia stata designata Capitale europea della Cultura, possono essere occasioni per puntare seriamente sulla valorizzazione dei beni archeologici ritrovati sul territorio di Palese.
Né può essere più accettata la vecchia logica che la tutela di una testimonianza archeologica può essere assicurata solo dal lasciare sotto terra  o seppellire i reperti, rischiando quanto stava per accadere per le traccie  neolitiche  della “ Punta” che stavano per essere incoscientemente sbancate con le ruspe.