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domenica 21 luglio 2013

“ LA PUNTA “ - un sito archeologico a Palese

la punta a palese

Lo  scoglio che si protende nel mare adiacente allo stabilimento balneare “La Baia”, denominato “La Punta”, conserva uno dei  siti archeologici più antichi del territorio di Palese.
Esso risale al periodo neolitico.

Una campagna di scavo effettuata nel 1987,  diretta dalla Dott.ssa F. Radina,  ha testimoniato la presenza dell'ultimo lembo di un insediamento umano databile ad un periodo meno recente di quello ipotizzato dalle ricerche del Prof. Masellis del 1964, che aveva individuato  un  villaggio preistorico  risalente al  3000 a.C. nella zona immediatamente a monte e in quella adiacente la località “ Il Titolo”.

I resti di solide fondamenta di pietra esistenti sulla scogliera, di larghezza pari a m.1,80,  fanno ritenere che la struttura muraria realizzata sulle stesse, anche se ancora ignota la sua funzione, fosse comunque, per dimensione e tecnica, di notevole importanza, a testimonianza della presenza di una civiltà molto evoluta risalente a  ben 8.000 anni fa, scomparsa all'improvviso.

Una piccola scodella miniaturistica di argilla depurata verdastra – tipo “Serra d'Alto” - , insieme ad altri frammenti di ceramica della stessa tipologia e di tipo “Diana”, reperiti  durante  gli scavi, potrebbero essere indicativi delle diverse fasi d'uso dell'insediamento, che va da quella più antica e quella più recente  del periodo neolitico.

Al termine degli scavi, che hanno interessato solo una parte dello scoglio, i reperti archeologici  sono stati coperti da uno strato di terreno a salvaguardia degli stessi, , in attesa di  effettuare ulteriori studi e di consentire una loro futura valorizzazione.

Solo un fortunoso intervento, nel 2008, intanto, ha impedito lo sbancamento degli stessi, essendo stati progettati ed iniziati sullo scoglio, ignorando la  presenza del sito, lavori pubblici per livellarlo,  al fine di  un suo possibile utilizzo come zona per la balneazione.

Ulteriori saggi archeologici risultano ancora  effettuati all'inizio del 2013 nella zona immediatamente a monte dello scoglio ed adiacente ad essa, oltre la strada, in una area, dove era stato, nel frattempo, contestato il relativo vincolo di salvaguardia.
Si ritiene che tale ricerca, unitamente alle scoperte archeologiche effettuate, di recente, in Bosnia, a Kisovo,  potranno, molto probabilmente, fornirci notizie certe relative a quella civiltà molto evoluta  che è stata presente circa 8.000 anni fa anche sul litorale palesino, per poi scomparire.

L'esistenza di rami, radici e foglie fossilizzati nella roccia, visibili nella parte più manomessa  del piccolo promontorio del “La Punta”, lascia supporre che l'intera zona costiera, ancor oggi caratterizzata per la presenza di acque sorgive che scaturiscono dalle fenditure degli scogli stratificati della costa, le cosiddette “acque di Cristo”, fosse coperta  anticamente da una folta vegetazione.

 Vecchie storie locali, tra mito e leggende, raccontano che lo scoglio, in età antica, fosse un importante luogo di culto, ove era presente un  tempio dedicato ad una divinità agreste pre-romana, la dea Pale, protettrice degli armenti e dei pastori.

 L'orientamento della struttura muraria scoperta, che è nel senso est-ovest, che è tipica dei templi, potrebbe anche avvallare tale ipotesi.
Ancora negli anni '70 del secolo scorso era facile osservare che, prima del periodo della tosatura, le greggi dei pastori del posto venivano condotte annualmente all'estremità dello scoglio e, seguendo il montone, che veniva spinto in acqua e che, poi, a nuoto raggiungeva la riva, venivano lavate, quasi un antico rito di purificazione, così come avveniva durante le Palilie, l'antica festa romana dedicata il giorno 21 aprile alla dea.
Al nome di tale divinità ( lat. Pal, Pales) viene, con molta fantasia, associato quello toponimo di Palese.

Un tragico incidente avvenne il 17 luglio del 1954 nell'area immediatamente antistante il sito, lì dove numerosi cocci di ceramica affioravano dal  suolo..
In un  terreno sabbioso lasciato abbandonato, come, peraltro, era quello dell' intera fascia che dal lungomare arrivava sino alla strada Nazionale, tre ragazzi persero la vita, soffocati in un piccolo cunicolo, sprofondato all'improvviso, che avevano scavato per giocare a caccia del tesoro.

Per Giovanni Pistorio, di 13 anni, Rocco Chiusolo, di 15 anni, Renato Andreatini, di 11 anni, “la terra fu per loro gioco e morte”.



mimmo bavaro

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