città metropolitana bari

La Città metropolitana di Bari rappresenta uno dei 10 enti amministrativi del territorio italiano (città metropolitane) identificati dal decreto legge 95 del 6 luglio 2012 di revisione della spesa pubblica (spending review). Previsto per la prima volta dalla legge 8 giugno 1990, n. 142 (artt. 17-21) sul nuovo ordinamento degliEnti locali, ha trovato nuovo slancio nell'art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana, dopo la riforma dell'ordinamento della Repubblica del 2001 con la modifica del titolo V della Carta Costituzionale

lunedì 29 luglio 2013

Bari città Metropolitana

Bari città Metropolitana

Trasferiti patrimonio, risorse e personale della Provincia

ROMA – All’inizio, nel 1990, fu la legge 142. Ma non se ne fece nulla. Ora il governo approva una sua proposta che punta a istituire le Città metropolitane, cioè a trasformare i grandi capoluoghi e i territori circostanti, in veri e propri enti di secondo grado. Tra queste aree c’è anche Bari, oltre a Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Reggio Calabria, più Roma Capitale. Le Città metropolitane si costituiscono, sulla base del progetto, già dal 1° gennaio 2014 per dar vita allo statuto, mentre al 1° luglio 2014 diventano operative e vanno a sostituire le relative Province, assorbendone le funzioni. Per la Città metropolitana di Roma Capitale varrà una disciplina speciale.

GLI OBIETTIVI - La Città metropolitana avrà funzioni istituzionali di programmazione e pianificazione dello sviluppo strategico, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione. Oltre ad ereditare le funzioni delle Province, le Città metropolitane hanno funzioni di pianificazione territoriale generale, promozione dello sviluppo economico, mobilità e viabilità, ferme restando le competenze delle Regioni. Alla Città metropolitana vengono trasferiti patrimonio, risorse e personale della Provincia. Il sindaco metropolitano è il sindaco della città capoluogo. Il Consiglio è costituito dai sindaci dei Comuni con più di 15 mila abitanti e dai presidenti delle Unioni dei Comuni con 10mila abitanti che si esprimono con voto ponderato. Per i primi tre anni ne fanno parte anche i presidenti delle Unioni di Comuni istituite per l'esercizio delle funzioni obbligatorie. Il sindaco metropolitano può nominare un vicesindaco e consiglieri delegati. E prevista anche una conferenza dei sindaci dei Comuni di tutta l'area metropolitana per approvare statuti e bilanci.
IL PREMIER - «Il provvedimento - ha spiegato il premier Enrico Letta al termine del consiglio dei ministri che ha licenziato il disegno di legge - serve a essere coerenti con l'indirizzo che ha ottenuto la fiducia delle Camere. Questa è la norma del superamento e della gestione della fase transitoria». Il disegno di legge - ha poi spiegato - «interviene per sistemare e gestire la vicenda della transizione mentre il Parlamento approverà la riforma costituzionale sull'abolizione delle Province. Nel frattempo - ha sottolineato Letta - ci sono fatti che hanno bisogno di essere gestiti, questo provvedimento gestisce questa fase transitoria per non creare un vuoto di potere». Questa norma ha, dunque, valore transitorio ed è soggetta alle modifiche che apporterà il Parlamento, ma è comunque congegnata per disincentivare la corsa alla candidatura a sindaco della Città metropolitana - ruolo che avrà grandissima importanza - per i primi cittadini dei capoluoghi.
fonte "Corriere del Mezzogiorno" del (modifica il 27 luglio 2013)

domenica 21 luglio 2013

“ LA PUNTA “ - un sito archeologico a Palese

la punta a palese

Lo  scoglio che si protende nel mare adiacente allo stabilimento balneare “La Baia”, denominato “La Punta”, conserva uno dei  siti archeologici più antichi del territorio di Palese.
Esso risale al periodo neolitico.

Una campagna di scavo effettuata nel 1987,  diretta dalla Dott.ssa F. Radina,  ha testimoniato la presenza dell'ultimo lembo di un insediamento umano databile ad un periodo meno recente di quello ipotizzato dalle ricerche del Prof. Masellis del 1964, che aveva individuato  un  villaggio preistorico  risalente al  3000 a.C. nella zona immediatamente a monte e in quella adiacente la località “ Il Titolo”.

I resti di solide fondamenta di pietra esistenti sulla scogliera, di larghezza pari a m.1,80,  fanno ritenere che la struttura muraria realizzata sulle stesse, anche se ancora ignota la sua funzione, fosse comunque, per dimensione e tecnica, di notevole importanza, a testimonianza della presenza di una civiltà molto evoluta risalente a  ben 8.000 anni fa, scomparsa all'improvviso.

Una piccola scodella miniaturistica di argilla depurata verdastra – tipo “Serra d'Alto” - , insieme ad altri frammenti di ceramica della stessa tipologia e di tipo “Diana”, reperiti  durante  gli scavi, potrebbero essere indicativi delle diverse fasi d'uso dell'insediamento, che va da quella più antica e quella più recente  del periodo neolitico.

Al termine degli scavi, che hanno interessato solo una parte dello scoglio, i reperti archeologici  sono stati coperti da uno strato di terreno a salvaguardia degli stessi, , in attesa di  effettuare ulteriori studi e di consentire una loro futura valorizzazione.

Solo un fortunoso intervento, nel 2008, intanto, ha impedito lo sbancamento degli stessi, essendo stati progettati ed iniziati sullo scoglio, ignorando la  presenza del sito, lavori pubblici per livellarlo,  al fine di  un suo possibile utilizzo come zona per la balneazione.

Ulteriori saggi archeologici risultano ancora  effettuati all'inizio del 2013 nella zona immediatamente a monte dello scoglio ed adiacente ad essa, oltre la strada, in una area, dove era stato, nel frattempo, contestato il relativo vincolo di salvaguardia.
Si ritiene che tale ricerca, unitamente alle scoperte archeologiche effettuate, di recente, in Bosnia, a Kisovo,  potranno, molto probabilmente, fornirci notizie certe relative a quella civiltà molto evoluta  che è stata presente circa 8.000 anni fa anche sul litorale palesino, per poi scomparire.

L'esistenza di rami, radici e foglie fossilizzati nella roccia, visibili nella parte più manomessa  del piccolo promontorio del “La Punta”, lascia supporre che l'intera zona costiera, ancor oggi caratterizzata per la presenza di acque sorgive che scaturiscono dalle fenditure degli scogli stratificati della costa, le cosiddette “acque di Cristo”, fosse coperta  anticamente da una folta vegetazione.

 Vecchie storie locali, tra mito e leggende, raccontano che lo scoglio, in età antica, fosse un importante luogo di culto, ove era presente un  tempio dedicato ad una divinità agreste pre-romana, la dea Pale, protettrice degli armenti e dei pastori.

 L'orientamento della struttura muraria scoperta, che è nel senso est-ovest, che è tipica dei templi, potrebbe anche avvallare tale ipotesi.
Ancora negli anni '70 del secolo scorso era facile osservare che, prima del periodo della tosatura, le greggi dei pastori del posto venivano condotte annualmente all'estremità dello scoglio e, seguendo il montone, che veniva spinto in acqua e che, poi, a nuoto raggiungeva la riva, venivano lavate, quasi un antico rito di purificazione, così come avveniva durante le Palilie, l'antica festa romana dedicata il giorno 21 aprile alla dea.
Al nome di tale divinità ( lat. Pal, Pales) viene, con molta fantasia, associato quello toponimo di Palese.

Un tragico incidente avvenne il 17 luglio del 1954 nell'area immediatamente antistante il sito, lì dove numerosi cocci di ceramica affioravano dal  suolo..
In un  terreno sabbioso lasciato abbandonato, come, peraltro, era quello dell' intera fascia che dal lungomare arrivava sino alla strada Nazionale, tre ragazzi persero la vita, soffocati in un piccolo cunicolo, sprofondato all'improvviso, che avevano scavato per giocare a caccia del tesoro.

Per Giovanni Pistorio, di 13 anni, Rocco Chiusolo, di 15 anni, Renato Andreatini, di 11 anni, “la terra fu per loro gioco e morte”.



mimmo bavaro

mercoledì 3 aprile 2013

STORIA DI PALESE E SANTO SPIRITO - ORIGINE


C E N N I   S T O R I C I
s u
   P A L E S E

Il primo nucleo urbano dell'attuale Palese sorge quando, nella seconda metà del XVII sec., si diffonde la pratica agraria della concessione in enfiteusi. Appezzamenti di terreni da coltivare sono concessi da parte dei proprietari (enti ecclesiastici o latifondisti residenti nei comuni di Bitonto, Modugno e Bari) in favore dei coloni e contadini nativi dei paesi vicini. A fronte del diritto di godere del fondo altrui e di fare propri i frutti, i coloni assumono l'obbligo di apportare miglioramenti al fondo agricolo e di pagare al proprietario, per un periodo stabilito, un canone periodico rappresentato da una somma di denaro o da una parte della produzione. Col tempo, avendo le possibilità economiche, i coloni incominciano a riscattare il terreno e ad insediarsi stabilmente su  di esso. 
A partire dal 1811, la borgata, per la maggior parte costituita da tipiche abitazioni rustiche con mura di pietra a secco a forma di trullo (pagliare) o a forma di vaso di coccio rovesciato (grastudde), e indicata col nome di Villaggio Riunito o Marina di Modugno, assume il nome di Palese. Con questo toponimo è, infatti, ufficialmente denominata tale località, che con Decreto Reale, a firma di Gioacchino Napoleone (Murat), re delle Due Sicilie, è sottoposta alla circoscrizione giudiziaria del Circondario di Modugno. Nel 1928 il territorio di Palese, delimitato ad ovest dalla via Capitaneo e ad est dalla via Modugno, dalla via Duca d'Aosta e dalla stradella Mangialardo, coincidente, in massima parte, con l'ex territorio dichiarato “promiscuo” fin dal 1511 da Isabella d'Aragona, duchessa di Bari, al fine di consentire lo sblocco a mare al Comune di Modugno,  passa amministrativamente da questo a quello di Bari, a cui già appartiene il territorio di Macchie.
La borgata si consolida su un asse stradale principale definito dall'attuale Corso Vittorio Emanuele (parallela interna della antica via Litoranea) attorno a "polarità" quali il Portico di Papapicco presso Palazzo Capitaneo, l'antica chiesa, l'attuale canonica. Perpendicolarmente a questo asse si sviluppano, secondo una scansione metrica precisa (multipli delle centuriazioni?), decine di vicoli che, in alcuni casi, diventano strade verso il mare o verso la campagna e in altri, rimangono, vicoli ciechi secondo una struttura a "pettine". In realtà, proprio all'intersezione di Corso Vittorio Emanuele con alcune importanti arterie (via Modugno, via Torre di Brencola) si sviluppano particolari nodi di rilevanza architettonica.  


S A N T O   S P I R I T O

Il nucleo urbano dell'attuale Santo Spirito nasce quando nella prima metà del 1800 l'antico “locus Sancti Spiritus”, da secoli appartenente ad un Beneficio Camerale di Patronato Regio per la maggior parte, viene lottizzato e dato in subenfiteusi. I terreni agricoli vengono affrancati, si avvia l'edilizia privata, si erige la chiesa dedicata allo Spirito Santo e  si costruiscono ville patrizie appartenenti alle classi nobiliari e alla ricca borghesia bitontina. La località di Santo Spirito, inserita nell'ager Butuntinus, è ben conosciuta sin dall'epoca romana, perché attraversata dalla via consolare Traiana e perché sede di un piccolo porto utilizzato dalle città interne alla costa per l'esportazione dei propri prodotti agricoli, come attesta la presenza di un relitto di nave romana, carica di anfore, nelle acque antistanti la ex “torre della Finanza”. Il litorale era anche punto di rifornimento di acqua per i naviganti, data la presenza di numerose fonti di acque sorgive. Il geografo e cartografo arabo Edrisi, vissuto nella seconda metà del XII secolo, indica la cala col nome di “burg. gilu, che dicesi pur'. silu” (torre di Silos). Nel 1928 il territorio di Santo Spirito, da secoli appartenente al Comune di Bitonto, entra a far parte del Comune di Bari.



O R I G I N E   DEI    N O M I
Tra mito, leggenda e storia

                  P A L E S E                            

- Negli atti notarili conservati presso l'Archivio della Basilica di San Nicola e quello della Cattedrale di Bari  troviamo indicata, intorno all'XI secolo, una località denominata Palizzo che si ritiene possa indicare, con considerevole probabilità e fondamento storico, quella di Palese. Secondo lo studioso V. A. Melchiorre, che per primo fornisce tale ipotesi, il nome del toponimo trae origine dalla presenza nella zona di palizzate o steccati di legno (lat. palitium), eretti a difesa delle case rurali e delle greggi. Sulla base di una ricerca effettuata dallo storico locale Vito Ricci, la più antica indicazione di tale denominazione risale al 1048. Il riferimento a tale località è presente negli atti del Catasto di Bari anche negli anni e nei secoli successivi con varianti abbastanza simili tra loro (Paliczio, Palisco, Paliso, Palieso). 

- Nella giurisdizione del Vescovo di Giovinazzo è presente in epoca medievale, intorno all'anno 1100, un casale di nome Puzillum. Lo studioso Vito Lozito individua in tale casale il futuro nucleo urbano e la denominazione di Palese.

- Nei pressi di Palazzo Capitaneo è ancora visibile una costruzione ad archi denominata Portico di Papapiccolo, utilizzata nel secolo XVII come luogo di ristoro per viandanti e pastori. Tale “palmento”, secondo lo storico locale Leonardo Del Turco, è gestito da un ignoto oste nativo di Palo del Colle, soprannominato “il Palese”. Da lui potrebbe discendere il toponimo. 

-  Nel Catasto Generale di Modugno, all'anno 1752, è presente nella zona dell'attuale piazza Capitaneo, una Torre Palese, cinquecentesca, così chiamata perchè, posta in altura, risulta visibile da tutto il territorio circostante. L'origine del toponimo Palese potrebbe derivare, secondo alcuni studiosi locali e di Modugno ( Potenza , Milano ed altri), dal nome di tale torre, menzionata, peraltro, anche nell'Atlante Rizzi Zannoni del 1807.

- Sullo scoglio che si protende nel mare denominato La Punta scavi archeologici effettuati nel 1987, diretti dalla Dott.ssa F. Radina, hanno testimoniato la presenza di insediamenti umani risalenti, come già ipotizzato dalle ricerche del Prof. Masellis del 1964, al periodo neolitico (6000 a. C.). I resti affioranti delle fondamenta di un solido edificio di pietra sullo scoglio fanno ritenere che la struttura fosse di notevole importanza.
Si potrebbe ipotizzare che si tratti, visto il suo orientamento nel senso est-ovest, di un luogo di culto, forse un piccolo tempio dedicato, in età antica  ad una divinità agreste pre-romana, la dea Pale, protettrice degli armenti e dei pastori. Al nome di tale divinità (lat. Pal, Pales) potrebbe essere  associato quello di Palese. Ancora negli anni '70 del secolo scorso era facile osservare che prima della tosatura le greggi venivano condotte all'estremità dello scoglio e spinte in acqua per essere lavate, quasi un rito di purificazione  come avveniva durante le Palilie, festa romana dedicata alla dea.

- Una poesia in vernacolo  del poeta palesino Pierino Palasciano fa riferimento ad una improbabile origine mitica del nome legata ad un tragico amore tra Giove e una giovane fanciulla del posto di nome Palese.


S A N T O   S P I R I T O

- Lo studioso Vito Lozito ritiene che a dare il nome alla località non sia stata la presenza nella zona di una chiesa dedicata allo Spirito Santo, ma che, invece, sia stato il “locus” “Sancti Spiritus”, toponimo già anticamente esistente e attestato per la prima volta in un documento del 1261.

- Solo nella prima metà del 1700 si ha certa cognizione che nell'antica chiesetta sita in territorio di Santo Spirito “vicino al mare”, di cui non si conosce la dedicazione, è presente un quadro raffigurante lo Spirito Santo, anche se un racconto riguardante S. Francesco fa riferimento alla presenza, ai tempi del Santo, di una “chieusola” dedicata allo Spirito Santo e ubicata vicino al Castello di Argiro (già Castello Saracino) situato all'estremità occidentale del porto, di cui sono ancora visibili i resti all'interno delle attuali abitazioni.

M&M. Bavaro



domenica 11 novembre 2012

LE CURVE DELLA SS.16 DI PALESE: UN INSPIEGABILE TRACCIATO E CENTINAIA DI INCIDENTI




Le curve della ss.16, all'altezza di Palese - km 794, rappresentano il tratto stradale più  pericoloso di tutta la rete viaria pugliese.
Cio’ deriva da un’incomprensibile ed errata sequenza di curve.
Il Movimento per la Citta’ Metropolitana di Bari, chiede al Comune di Bari, all’ANAS (gestore della rete stradale) e alla Prefettura competente di:
1. mettere rapidamente “in sicurezza” tale tratto stradale;
2. studiare una variante che consenta ai cittadini di Palese e Santo Spirito di avere un percorso alternativo e sicuro per raggiungere Bari.

L'AEREOPORTO DI PALESE: INQUINAMENTO E RUMORE SENZA CONTROLLO







L’Aereoporto di Palese, con il suo continuo sviluppo di piste, infrastrutture e traffico di aerei, comporta un crescente inquinamento sia chimico che acustico, limita la fruizione del Parco Regionale della Lama Balice, non ha portato i promessi posti di lavoro.
Il Movimento per la Città Metropolitana di Bari chiede al Comune di Bari, alla Regione Puglia (proprietaria principale della società che gestisce l’Aereoporto), all’ARPA Puglia (ente regionale con compiti in materia di prevenzione e tutela ambientale) di:
1. impedire la costruzione di nuove infrastrutture aereoportuali in prossimità del centro abitato;
2. monitorare e pubblicare i dati aggiornati del traffico aereo e del relativo inquinamento chimico e acustico.




I PASSAGGI A LIVELLO DI PALESE E SANTO SPIRITO: ORE DI ATTESE E UN PERICOLO COSTANTE






I passaggi a livello di Palese e Santo Spirito dividono un paese, rappresentano un pericolo costante, impediscono la mobilità interna, condizionano la nostra piccola e fragile economia.
Si è persa, senza alcun valido motivo, la storica possibilità di ottenere l’interramento della rete ferroviaria e la definitiva dismissione dei passaggi a livello.
Il Movimento per la Città Metropolitana chiede al Comune di Bari, all'Assessorato ai Trasporti della Regione Puglia,  al Ministero dei Trasporti, a RFI-FS di:
1. approvare il primo progetto di interramento, il quale prevedeva solo modesti e limitati espropri;
2. diminuire i tempi di attesa ai passaggi a livello attraverso opportuni sistemi di controllo e segnalazione.

PALESE E SANTO SPIRITO: NUOVI COMUNI NELLA NUOVA CITTA' METROPOLITANA DI BARI






La Legge n.135/2012 ha soppresso la Provincia di Bari istituendo la Città Metropolitana che prevede anche la possibilità di dividere il territorio del Comune di Bari in più comuni.
Pertanto, il Movimento per la Città Metropolitana di Bari chiede al Comune di Bari che:
1. la Circoscrizione di Palese e Santo Spirito conservi la sua autonomia territoriale evitando accorpamenti o fusioni con altre periferie;
2. i cittadini di Palese e Santo Spirito siano costantemente informati dei processi di cambiamento in atto (Statuto della città metropolitana, nuovo Piano Regolatore, ecc.) e possano partecipare attivamente alle scelte più importanti.